Qui si ripercorre la storia di Viterbo, attraverso i suoi personaggi storici, il mondo dei Tarocchi e l’esoterismo medievale. Chiulli abbina alla ceramica viterbese della tradizione, la Zaffera, una ricerca personale, mossa da una simbologia che regge il mondo. In questo vero e proprio salotto intellettuale, dove assorbire energie positive e conoscenze sempre nuove in un interscambio proficuo di stimoli, i pellegrini che percorrono la Via Francigena possono lasciare un segno eterno del loro passaggio, imprimendo il nome su orme di ceramica.

“Regina” del laboratorio di Daniela Lai, sotto le ampie volte in pietra, è la Zaffera, tecnica risalente al XV secolo che l’artigiana ha pienamente recuperato. La nobile produzione di colore blu a rilievo è caratterizzata da motivi ornamentali che comprendono elementi geometrico floreali, animali e figure antropomorfe, a testimoniare il mondo fantastico e magico nato dalla cultura medievale.

Lai ama anche utilizzare il peperino, magmatica pietra locale, scolpirla a fuoco con cristalli a spessore, smaltarla e dipingerla.

Diplomatasi al Liceo Artistico, compie le prime esperienze di modellazione dell’argilla dopo aver appreso le tecniche di pittura su carta e su tela. Oggi, il suo laboratorio di ceramica artigianale si fregia del Marchio Tuscia Viterbese, assegnato dall’Ente camerale.

Realizza oggetti in terracotta e maiolica ispirati alle tradizioni e alle vedute di Viterbo, con l’esecuzione di bassorilievi e decorazioni raffiguranti gli angoli più caratteristici. Le cotture sono eseguite con la fusione di smalti e colori, garanzia di durata nel tempo.

Scultrice ceramista, specializzata in decorazione, modellazione, pittura e didattica, apre Lab33 nel 2020, ma è dall’età di sei anni che studia, pratica, ama e fa amare la ceramica. Romana, a Viterbo si laurea in Beni Culturali. Nel 2005, il primo laboratorio a Bomarzo, dove impianta la sua ricerca nel campo dell’antica tecnica dell’engobbio. Poi, il lavoro come ceramista tra le Marche e il Lazio e la nascita di Lab33, luogo di continua sperimentazione. “La vita è come la ceramica, puoi modellarla con le tue mani”, la frase che la rappresenta.

In questo studio d’arte, si realizzano principalmente terrecotte, sculture e altorilievi. Ogni lavoro è unico, ispirato alla natura e ad una ideale armonia tra concetti visti troppo spesso come dicotomici: uomo e donna, finito e infinito, visibile e non, reale e immaginario. Le terrecotte, come i disegni e i lavori in cartapesta, raccontano di barchette di carta spinte dal vento tra le nuvole, di immersioni con le sirene in abissi stellati, di segreti sussurrati da uccellini, di donne radicate come alberi, mosse come onde, di abbracci morbidi.

La bottega d’arte di Mariella Pasqualetti è specializzata nella creazione di ceramiche realizzate a mano. Un tripudio di colori e forme in cui la maestria artigiana si manifesta nelle tecniche utilizzate: Zaffera, smalti e traforo. La Zaffera riporta all’arte medioevale viterbese. Gli smalti danno vita a creazioni vivaci. Il traforo, con i suoi intagli decorati, aggiunge un tocco di eleganza grazie ai giochi di luci e ombre. Il laboratorio fonde arte e tradizione, offrendo un’esperienza autentica attraverso opere uniche.

Parallelamente alla pittura, inizia a lavorare la ceramica nel 1998. È sua convinzione che con la ceramica si concretizzi l’idea di essere non solo dentro la materia ma di lavorare all’interno di un concetto che unisce i quattro elementi naturali: acqua, aria, fuoco e terra per dare forma a una scultura che si crea proprio dalla parte mancante. Togliendo la materia, avanza lo spazio; il vuoto che entra, modifica la struttura. Nelle sue recenti “Pitture scolpite”, la solidità della scultura si unisce alla liquidità della pittura, senza interruzioni o fratture compositive.

Si dedica all’arte sin dall’età di 10 anni, quando realizza una scultura in terracotta. Al 1959 risale la prima partecipazione a una mostra a livello nazionale, cui seguirà un numero piuttosto importante di mostre, tra collettive, personali ed estemporanee. Inconfondibile lo stile delle colombe e dei pesci in maiolica. Viene considerato l’ideatore della tecnica di laminoscultura (1969). Ancora molto attivo, all’interno del suo studio d’arte organizza anche eventi omaggio ad altri artisti.

Sandra Constantini nasce a Cortina. Inizia fissando le emozioni attraverso la fotografia. Quando i problemi alla vista diventano più importanti, si dedica ad altre espressioni creative. Nel 2015 a Viterbo, dove vive da poco, incontra il mondo della ceramica ed è subito colpo di fulmine. L’argilla le dà la possibilità di esprimere le sue emozioni: la fantasia, il sentire del momento e la realtà influiscono sul creare oggetti, plasmando la materia. Il pensiero, attraverso le mani, diventa l’opera.