Costruita intorno al 1318, aveva la funzione di piccolo oratorio annesso all’Ospizio che doveva accogliere malati e madri senza marito. Abbandonata dal 1324, restaurata e riaperta nel 1934, appartiene attualmente dell’Ordine dei Notai di Viterbo ed è gestita dall’Associazione Archeotuscia Onlus. Il pavimento interno è interamente in cotto.